Per tutte le violenze consumate su di Lei,

per tutte le umiliazioni che ha subito,

per il suo corpo che avete sfruttato,festa-della-donna-2015

per la sua intelligenza che avete calpestato,

per l’ignoranza in cui l’avete lasciata,

per la libertà che le avete negato,

per la bocca che le avete tappato,

per le ali che le avete tagliato,
per tutto questo:
in piedi, Signori, davanti ad una Donna
”.

William Shakespeare

 

L’8 marzo si celebra la Giornata Internazionale della Donna, una ricorrenza che permette di ricordare come dall’inizio dei tempi il ruolo della donna sia sempre stato discriminato rispetto a quello dell’uomo.

Ancora oggi, in una società che si fa portavoce ed aperta sostenitrice dei diritti di uguaglianza e libertà, ritroviamo nel binomio uomo-donna una serie di stereotipie e luoghi comuni che vedono, in talune realtà, la figura maschile dominante, nei contesti domestici, lavorativi e familiari e la figura femminile sottomessa al volere della società che la riconosce nei ruoli di “figlia”, “moglie”, “madre”, e non le riconosce la sua primaria natura di Donna.

Oltre alla violenza fisica, la donna ha dovuto, e continua a subire e a dover resistere ad altre forme di soprusi e ingiustizie, svolte ai suoi danni all’interno del focolare domestico e della comunità: l’umiliazione di essere sempre considerata “meno” rispetto all’altro sesso, con minori opportunità di carriera, minor salario, minor possibilità di crescita professionale; lo sfruttamento del suo corpo, spesso esposto alla mercé di uomini senza valore; la violenza psicologica che subisce ogni qualvolta è costretta a dover scegliere tra famiglia e lavoro.

La donna ha sempre dovuto lottare per far sentire la propria voce, per far sì che quelli che dovrebbero essere diritti garantiti all’essere in quanto umano, venissero a lei riconosciuti allo stesso modo degli uomini.

Nel 1907 Ernestina Prola fu la prima donna italiana ad ottenere la patente, nel 1908 Emma Strada si laureò in Ingegneria, nel 1912 Teresa Labriola si iscrisse all’Albo degli Avvocati e Argentina Altobelli e Carlotta Chierici vennero elette al Consiglio Superiore del lavoro. Queste donne hanno raggiunto conquiste fondamentali, permettendo di lì in poi a tutte le altre di poter considerare le stesse come diritti indiscutibili.

Le donne sono entrate nella storia, rivoluzionandola, facendo valere il loro diritto primario di essere libere, dove la principale forma di libertà resta sempre quella della scelta.