ACLI BENEVENTO. Ricordato il sacrificio di Raffaele Delcogliano e Aldo Iermano

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Circa trentacinque anni fa l’agguato brigatista che costò la vita a Raffaele Delcogliano ed al suo amico ed autista Aldo Iermano.
Correva l’anno 1982.
Un commando delle Brigate Rosse bloccò l’auto su cui viaggiava l’assessore al Lavoro della Regione e la crivellò di proiettili.
Delcogliano e Iermano uccisi da mano terrorista, ma il vero mandante fu la camorra cutoliana infastidita dall’impegno di Delcogliano sulle politiche del lavoro intraprese dall’assessore democristiano.
Delcogliano e Iermano vittime di un disegno criminale, dunque.
Le Acli Provinciali di Benevento ed il Coordinamento Provinciale di Libera Benevento, in collaborazione con i Giovani delle Acli ed i volontari del Servizio Civile Nazionale, hanno organizzato un convegno sul tema: “A Raffaele Delcogliano, Aldo Iermano e Alberto Vallefuoco dedichiamo il nostro impegno”.
Le Acli hanno voluto organizzare una serata di ricordo, di riflessione insieme ai familiari delle sfortunate vittime.
Il presidente delle Acli di Benevento, Danilo Parente, ha ricordato: “Non possono essere solo dei ricordi solo dei nomi a volte sbiaditi.
Occorre un impegno civico giusto e concreto.
E’ necessaria una voce condivisa”.
Presente anche l’assessore comunale alle Politiche Giovanili, Luigi Ambrosone, che ha rimarcato: “Morire da innocenti è inaccettabile.
Sono stati esempi forti e importanti”.
Una vita vissuta tragicamente e che ha fatto riflettere, ha raccontato invece Felicita  Delcogliano, sorella della vittima: “Raffaele è un esempio di politico che fa il suo dovere in maniera onesta.
Un modello da diffondere”.
L’assessore della Giunta Mastella ha poi polemizzato: “E’ mai possibile che ho dovuto ascoltare: Ma chi l’ha fatto fare a tuo fratello?“.
Michele Martino, referente di Libera nel Sannio, ha ricordato: “La memoria è tale se è condivisa.
La memoria deve unire, non può dare, come a volte succede, fastidio”.
Poi ha esortato: “Oggi raccogliamo un vessillo e tracciamo un testimone verso le giovani generazioni che hanno il dovere di ricordare.
Ma la politica deve essere più attenta e più coesa”.
La parola è passata poi a Felicita Delcogliano: “Queste persone siano da esempio.
Mio fratello era fiducioso di poter cambiare le cose.
Non credo sia stato ingenuo. Secondo me non aveva scelta. Non poteva fare diversamente.
Occorre diffondere la cultura dell’onestà e del lavoro”.
Presente anche Umberto Pepe, che ha dedicato la sua tesi di laurea in Sociologia e Ricerca Sociale a Raffaele Delcogliano ed all’amico autista Aldo Iermano assassinati 35 anni fa.
“Ho deciso di dedicare la mia tesi a Raffaele Delcogliano ed Aldo Iermano – ha spiegato – raccontando la loro storia, perché non mi sembrava affatto giusto che nessuno la conoscesse, soprattutto i miei concittadini beneventani.
Sicuramente, non avrò raggiunto tutti, ma se sono riuscito a portarla all’attenzione delle persone che erano presenti alla mia seduta di laurea, allora questo sarà stato già un buon risultato per me”.
Poi ha aggiunto: “Quello che mi ha colpito di più è stato il rapporto di amicizia che legava Raffaele ed Aldo.
Penso che gli amici migliori siano quelli che, nonostante tutto, ci seguono anche nelle difficoltà fino a farsi uccidere per noi e con noi.
Mentre oggi troppo spesso ci sono amici che ci lasciano morire da soli.
Bisogna tenere presente che la criminalità organizzata è per il popolo un’alternativa alle mancanza degli apparati statali”.

Fonte: GAZZETTA DI BENEVENTO