Per chi collabora con società sportive dilettantistiche esistono tre soglie di tassazione: fino a 10.000 euro, sopra i 10.000 ma sotto i 28.158,28 euro, sopra i 28.158,28 euro.
I compensi annui pari o inferiori a 10.000 euro (soglia elevata dai precedenti 7.500 euro dalla Legge di Bilancio 2018) derivanti da attività sportiva dilettantistica non costituiscono in alcun modo reddito imponibile, e di conseguenza sono esenti da qualunque forma di tassazione, sia ordinaria che sostitutiva.
Se si superano i 10.000 euro ma non si oltrepassa la soglia di 28.158,28 euro, è prevista l’pplicazione di una ritenuta alla fonte pari al 23% a titolo di imposta sulla quota di compenso eccedente i 10.000 euro.
Ipotizzando quindi che un atleta non professionista abbia percepito 12.000 euro per alcune sue prestazioni, la società sportiva tratterrà dalla sua paga, per poi versarli all’erario, 460 euro, vale a dire il 23% dei 2.000 euro che eccedono la soglia esente dei 10.000.
Vi è infine un terzo livello di tassazione che sfocia direttamente nelle imposte ordinarie e scatta nel momento in cui i compensi erogati superano il limite di 28.158,28 euro.