PATRONATO ACLI. Riscatto laurea

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Il riscatto è operazione onerosa e facoltativa. In sede di istruttoria della pratica di riscatto l’assicurato può decidere il periodo che intende riscattare rispetto a quello interamente riscattabile e la legge riconosce all’assicurato la facoltà di interrompere in ogni momento i pagamenti mensili del riscatto di laurea. I versamenti effettuati rimangono acquisiti all’Inps e non possono essere rimborsati all’assicurato.
Di fronte al pagamento parziale l’Inps, preso atto dell’interruzione dei pagamenti, dichiara l’avvenuta decadenza dalla pratica di riscatto, e procede ad accreditare sulla sua posizione assicurativa un numero di contributi proporzionale alla somma versata.
Se in futuro si vorrà riscattare altri periodi rispetto a quelli che saranno accreditati per i versamenti fatti, non si potrà riaprire la vecchia pratica, ma si potrà inoltrare una nuova domanda di riscatto, il cui onere sarà determinato ex novo partendo dalla situazione attuale.
Il riscatto della laurea può essere, in alcuni casi, un onere finanziario considerevole a fronte di una pensione che si prospetta sempre più lontana e sempre meno ricca. Oggi più che mai è necessario ponderare attentamente tutti i pro e i conto prima di decidere. Ci sono al vaglio una serie di proposte per rendere gratuito il riscatto per gli studenti particolarmente meritevoli (chi si laurea con 110 e lode) o per i cosiddetti millennials, cioè i nati sul finire del millennio: precisamente, i nati tra il 1980 e il 2000. Mentre fino ad ora, infatti, il riscatto della laurea ha seguito l’andamento della tassazione sul reddito con questa proposta sarebbe possibile fissare un prezzo per i neolaureati che si potrebbe rateizzare fino a 10 anni e rimarrebbe invariato, senza tassi d’interesse. Sono ancora tutte ipotesi e per il momento rimangono valide tutte le considerazioni fatte fin qui.

Fonte: PATRONATO ACLI